Avvenire intervista Gianfranco Cattai: “Rinascita sociale urgente La strategia di Retinopera”

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C’è una confortante sintonia tra il “Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia” diffuso martedì dal Consiglio permanente della Cei e i “Dieci motivi per essere Retinopera”, il documento messo a punto dalla rete di associazioni che si rifanno alla dottrina sociale della Chiesa e che sarà discusso tra qualche giorno, in un convegno che ha proprio l’obiettivo di rilanciare l’esperienza ecclesiale. «Siamo in quella logica di rinascita sociale auspicata anche dai vescovi italiani nel “messaggio” con tre obiettivi che indicano la volontà da parte nostra di lavorare in unità e comunione: generatività, sostenibilità, prendersi cura», osserva Gianfranco Cattai, coordinatore di Retinopera e presidente di Focsiv.

I vescovi chiedono un rinnovato impegno a favore della società a tutte le espressioni del miglior cattolicesimo italiano. Quale contributo può portare una realtà come Retinopera a questo sforzo collettivo di azione e di testimonianza?

Le finalità riportate all’art. 3 del nostro statuto precisano che “L’Associazione si offre come punto di incontro per lo studio, l’attuazione e la diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa e persegue le finalità di : valorizzare l’impegno dei cittadini sul piano spirituale, culturale, educativo e civile; affermare e realizzare i valori e i diritti della persona e delle comunità; promuovere la responsabile partecipazione allo sviluppo di una società democratica, ordinata alla realizzazione comune”. Nella concretizzazione di questi articoli sta il contributo di Retinopera. Come?

Provo ad esemplificare attraverso due iniziative che abbiamo condotto nel mese di ottobre. La prima è stato un webinar aperto sugli “Strumenti e strategie per un Ecologia Integrale”. La seconda invece ha toccato il tema degli anziani. La condivisione delle esperienze della Comunità di Sant’Egidio e di Uneba, da decenni impegnate su questi argomenti, ci ha permesso di approfondire le esperienze, di conoscerle meglio, di capire come soggetti di Retinopera portano avanti esperienze complementari e come possiamo impegnarci per il futuro.

Il documento della presidenza Cei sottolinea come nuove forme di annuncio fanno immaginare un nuovo tempo di rinascita sociale. Va in questa direzione il documento “Dieci motivi per essere Retinopera” che discuterete nel vostro incontro di lunedì prossimo?

Un documento è scritto a più mani dai nostri movimenti. Attraverso l’opera quotidiana delle organizzazioni aderenti Retinopera si propone di incarnare e testimoniare la Chiesa in uscita. Un’azione costante, recita il punto 7, spesso lenta ma determinata e re- sponsabile rivolta a creare le condizioni per lo sviluppo dell’uomo e della società, a partire dagli ultimi. In modo particolare riteniamo che l’attenzione ai poveri e alle fragilità in genere sia il cuore del messaggio evangelico, facendo nostra l’espressione di papa Francesco nell’”ascoltare il grido del povero e del creato”.

Individuare il modo più opportuno di “fare rete”, come vi proponete, può servire a dare concretezza a quella Chiesa in uscita, capace di “significativi gesti d’amore e di carità” come auspicato dal messaggio dei vescovi italiani?

Retinopera, nello scegliere di essere comunione nelle differenze, ritiene indispensabile costruire quell’amicizia sociale tra le organizzazioni che la compongono e con tutto l’associazionismo e la società civile, di varia natura e di diversa estrazione, che anima il dibattito sociale e politico, come stile e testimonianza di rispetto, stima e fiducia reciproca propri dei valori cristiani contenuti nei principi di responsabilità, sussidiarietà, solidarietà e partecipazione della Dottrina sociale della Chiesa e che vanno sempre affermati e ribaditi, seppur con forme e linguaggi adatti al tempo, anche quando i contesti contemporanei sembrano andare da tutt’altra parte.

Scorrendo i vostri “dieci punti” in parallelo con quanto dice il messaggio della Presidenza Cei si colgono molte sintonie. Tra i vari obiettivi indicati (giovani, sfide sociali, ecc) quali potrebbero essere a vostro parere i tre più urgenti?

La generatività come capacità di innovazione e mobilitazione nell’aprire strade innovative, nel mobilitare risorse umane e nel generare nuova vita e nuovi valori, soprattutto a beneficio dei giovani e delle fasce deboli. La sostenibilità come modello di riferimento per uno sviluppo umano, sociale ed economico rivolto alla valorizzazione di tutte le risorse ed alla salvaguardia della giustizia sociale. Il prendersi cura come azione di tutela e cura nei confronti dei soggetti più fragili e svantaggiati, della collettività, dell’ambiente e di ogni sfera del vivere comune.

 

Il coordinatore della rete associativa, Gianfranco Cattai: profonda sintonia tra il nostro programma e il Messaggio dei vescovi italiani alla comunità cristiana in tempo di pandemia. Ecco il nostro progetto

FONTE ARTICOLO: AVVENIRE

Avvenire_20201126_A20_0