26-28 settembre 2008, Assisi, Seminario nazionale, “Bene comune, povertà emergenti e ricchezze negate”

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I cattolici riuniti ad Assisi rilanciano l’identità e il ruolo dei cattolici
 
ROMA, martedì, 30 settembre 2008 (ZENIT.org).- Con visioni talora diverse sull’attualità e sul passato, ma avendo in comune forti convinzioni e speranze per il futuro, sono convenuti nei giorni scorsi ad Assisi i delegati di svariate realtà del mondo cattolico aderenti a “Retinopera”, per confrontarsi e trarre conclusioni operative dalle tematiche fondamentali di “Bene Comune, Povertà, Emergenti e Ricchezze Negate”.
Una tre giorni nella città di San Francesco che ha messo d’accordo tutti sulla presenza di povertà non solo economiche ma anche culturali e morali, sulla necessità nondimeno di resistere ai catastrofismi e diffondere la speranza, sulle soluzioni di fondo, da ricercarsi nella comunità liberamente scelta e nello snodo centrale del Compendio sociale della Chiesa, e sull’esigenza fondamentale di resistere a qualunque prezzo le pressioni del mondo secolarizzato che intenderebbe relegare l’identità cristiana nel privato.
“Paradossale questa epoca di grande tolleranza – ha osservato monsignor Arrigo Miglio, Presidente della Commissione CEI sui problemi sociali – dove ogni istanza è considerata ugualmente legittima, salvo che la presenza pubblica dei cattolici”.
Aperto, invece, dinanzi all’assoluta novità e drammaticità dello scenario economico in via di dispiegamento, è rimasto il dibattito sul modello di sviluppo da promuovere, anche se definito con chiarezza, in linea con quanto tracciato dal Santo Padre Benedetto XVI, come necessariamente sostenibile, solidale e sussidiario.
Le relazioni svolte hanno spaziato da temi di attualità italiana, come il federalismo e il welfare, ad argomenti di respiro internazionale come le sorti delle democrazie repubblicane in America Latina e le implicazioni della crisi economica Nordamericana, letti alla luce di statistiche economiche e demografiche e di criteri di base come la sussidiarietà da contrapporre allo statalismo.
In ciascun caso gli approcci diversi sono serviti per chiarire idee utili e distinzioni. Se il Vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Vicenzo Paglia, si è soffermato sul percepibile aumento della povertà economica, il sociologo Aldo Bonomi ha fatto notare che soffriamo per la mancanza di mete da perseguire ma economicamente stiamo assai meglio di una volta.
Se il filosofo Adriano Fabris ha puntato tutto sull’instaurazione di una ferrea mentalità relazionale in cui è d’obbligo che ognuno riponga la propria identità, il costituzionalista Luca Antonini ha insistito sulla centralità dell’io che non può delegare ad altri ma le responsabilità le deve assumere in proprio.
Affini i richiami all’indispensabilità di una forte vita spirituale espressi da una parte dall’economista Luigino Bruni, fautore dell’ “economia di comunione”, e dall’altra dal Presidente nazionale del Rinnovamento nello