L’indagine Retinopera sulla responsabilità d’impresa il 28 maggio a Roma: la generatività, i gusti degli italiani e il podio delle aziende quotate

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

 

In un sistema economico nel quale due grandi forze inerziali vanno in direzione del benessere del consumatore e della creazione di valore per l’azionista la tutela dell’ambiente e i diritti del lavoro rischiano di restare fuori dai radar.

Il mondo in cui viviamo sta però rapidamente cambiando e la globalizzazione può, si sta e deve trasformarsi da corsa verso il basso a corsa verso il basso su ambiente e lavoro a creazione di valore economico socialmente ed ambientalmente sostenibile.

Le forze positive che premono in questa direzione e che ci porteranno ad una svolta sono: i) la pressione dal basso dei cittadini che votano col portafoglio attraverso i consumi e risparmi etici (con un ruolo sempre più importante dei fondi d’investimento); ii) quella delle istituzioni locali e globali che fissano regole/incentivi fiscali progressivamente più stringenti per tutelare la dignità del lavoro dei propri cittadini, la loro salute e l’ambiente in cui vivono e, infine, iii) l’ambizione più alta di molti imprenditori che si pongono in misura sempre maggiore l’obiettivo dell’impatto socioambientale e della generatività e non solo quello del profitto.

In questo scenario la responsabilità sociale ed ambientale diventerà risorsa sempre più importante e strategica per il bene comune, per la reputazione delle aziende, per l’efficacia delle politiche locali e nazionali e per il benessere dei cittadini. Poiché la responsabilità sociale ed ambientale si misura attraverso una serie di punteggi attribuiti in specifici domini (lavoro, diritti umani, qualità del prodotto, corporate governance, ambiente) il peso relativo attribuito a ciascun singolo indicatore diventa cruciale per la valutazione complessiva delle aziende. Una questione decisiva (che non può passare sopra le nostre teste) diventa pertanto stabilire chi decide la scala di valori e se e perché un indicatore è più importante di un altro nel determinare la valutazione finale dell’azienda .

La rete della principale associazioni cattoliche del paese, Retinopera, ha promosso per approfondire la questione un’indagine sui gusti relativi alla responsabilità sociale ed ambientale raccogliendo le indicazioni di un campione di circa 1200 cittadini. I risultati della ricerca (sviluppata assieme a Lorenzo Semplici e Michele Tridente) presentati dal prof. Leonardo Becchetti dell’Università di Roma Tor Vergata risponderanno alle seguenti domande: quali sono gli indicatori top e quelli meno importanti per gli italiani in termini di responsabilità d’impresa nei diversi ambiti considerati (lavoro, ambiente, soddisfazione del consumatore, governance delle imprese, filantropia) ? Esiste una differenza di scala di valori tra uomini e donne, tra millennials e baby boomers, tra credenti e non credenti ? La scala dei gusti e delle preferenze espressa dagli italiani sarà poi utilizzata per stilare una classifica delle migliori aziende quotate del nostro paese.

I dati dell’indagine saranno presentati il 28 Maggio mattina a Roma presso l’Università Urbaniana Via Urbano VIII, 16) e discussi in una tavola rotonda cui parteciperanno il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il professor Mauro Magatti, Mons. Fabio Longoni, il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci e il segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli. Introducono il coordinatore di Retinopera Franco Miano e il segretario Vincenzo Conzo partecipanti alla tavola rotonda risponderanno ai live tweets dei giovani presenti e collegati. L’evento sarà concluso da un cash mob nel quale centinaia di ragazzi acquisteranno prodotti delle aziende campioni nella responsabilità sociale ed ambientale