Da Azione Cattolica:
Referendum sulle trivellazioni di che cosa si tratta e qual è la posta in gioco
-di Chiara Tintori – Il referendum del 17 aprile è alle porte. Siamo chiamati a scegliere se abrogare la norma che permette di svolgere le attività di coltivazione degli idrocarburi, relative a concessioni già rilasciate in zone di mare, per la vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e salvaguardia ambientale (art. 6, c. 17 del Codice dellambiente, D.lgs. n. 152/2006 e successive modificazioni). Con parole meno tecniche ci viene chiesto se, quando scadranno le attuali concessioni, vogliamo che venga fermato lo sfruttamento dei giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se contengono ancora gas naturale o petrolio. Il quesito riguarda solo le trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa (poco più di 22 km), non quelle in mare a una distanza superiore o quelle sulla terraferma. Il referendum coinvolge 21 giacimenti di petrolio e metano (equamente distribuiti tra Mare Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia); di questi, tre di ENI e di Edison potrebbero anche essere maggiormente sfruttati: Guendalina e Gospo nellAdriatico e Vega davanti a Ragusa.
Di che cosa si tratta e qual è la reale posta in gioco?
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Trivelle in mare, la voce dei vescovi
-di Antonio Martino Non cè dubbio che la salvaguardia dellambiente stia a cuore ai vescovi italiani. Anche in occasione del recente Consiglio episcopale permanente i presuli hanno discusso «sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle, ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino allesaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni». Chiosando nel comunicato finale sulla «importanza che essa (la tematica delle trivelle, ndr) sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dellenciclica Laudato si di papa Francesco». QUI L’ARTICOLO COMPLETO
Tra soluzione allitaliana e discernimento
di Simona Loperte* – Nei miei viaggi allestero, mi è capitato spesso di subire battute non sempre piacevoli sul mio essere italiana. Se da un lato, infatti, venivano senza dubbio declamate le bellezze della nostra penisola, la prelibatezza della nostra cucina e il nostro buon gusto in fatto di moda, dallaltro i nostri comportamenti, la nostra mentalità e, spesso, la nostra classe politica ci esponevano al pubblico dileggio senza alcuna possibilità di difesa. Lo sappiamo bene, tanto da aver fatta nostra lespressione allitaliana per riferirci ad una situazione – spesso bizzarra – di una soluzione ad un problema, che di fatto soluzione non è! QUI L’ARTICOLO COMPLETO
Dal MCL:
COMUNICATO STAMPA
COSTALLI: IMPEGNARSI PER IL BENE COMUNE SIGNIFICA ANCHE
PROTEGGERE LA NOSTRA TERRA E I NOSTRI MARI
La realizzazione del bene comune, come ci insegna Papa Francesco, passa anche attraverso un forte impegno per la difesa del pianeta terra che ci ospita: in questo contesto la difesa del territorio e dei mari non può che essere considerata una vera priorità del nostro tempo: questo il commento del Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), Carlo Costalli, che ha richiamato tutti gli iscritti a un forte impegno per il SI al referendum del 17 aprile sulle trivellazioni nel Mare Adriatico.
Il vero problema ha continuato Costalli è che se le risorse economiche e finanziarie possono sempre essere incrementate – magari grazie a quelle politiche lungimiranti e di lungo respiro che tutti auspichiamo -non si può dire altrettanto per le risorse della terra, che sono invece limitate. Dunque sta a noi proteggerle e curarne la difesa, mostrando in tal modo una sincera e concreta gratitudine per i beni del Creato.
Per Costalli bisogna impedire le trivellazioni nel mare e sulle coste, che porterebbero enormi danni allambiente e alleconomia turistica del Paese, oltre che distruggere lecosistema marino già duramente messo alla prova.
Il SI al referendum invece ha continuato Costalli darebbe al Paese una nuova prospettiva: innanzi tutto sotto il profilo della democraticità di una scelta che, riguardando tutti noi, è giusto far passare attraverso una consultazione popolare; in secondo luogo, ma non per ordine di importanza, il SI al referendum servirebbe a ribadire la volontà del popolo italiano di intraprendere una strada politica illuminata e attenta allimpatto ecologico delle proprie scelte, al risparmio energetico, alle fonti rinnovabili, alla difesa della nostra terra. In altre parole aprirebbe la via a una nuova politica energetica, economica e
ambientale.
Roma, 18 marzo 2016
Dal Umanità Nuova:
Cosa si decide con il referendum sulle trivelle in mare
– di Alessio Valente- La scadenza del 17 aprile. Una scelta complessa destinata comunque a incidere sul nostro futuro. Le diverse ragioni da verificare senza poter restare indifferenti alla cura della casa comune QUI L’ARTICOLO COMPLETO
La campagna dei vescovi No Trivelle in mare
-di Lorenzo Russo- Iniziativa di 80 diocesi a piazza San Pietro con riferimento al referendum del 17 aprile. Tarquinio (Avvenire): «Non si può applaudire all’Enciclica Laudato si’ dicendo “che bello, che giusto”. E poi fare finta di nulla»
Trivelle e fabbisogno mondiale di energia
– di Alberto Ferrucci – In un modo o nellaltro alle grandi società coinvolte (Eni e Edison) non conviene continuare a estrarre combustibili fossili dai nostri mari. La richiesta di energia, ancora da petrolio e gas, è destinata tuttavia ad aumentare per lo sviluppo crescente dei Paesi emergenti
Referendum 17 aprile. La posizione di Legambiente
– di Giustino Di Domenico – Una scadenza fissata troppo in fretta per penalizzare la partecipazione al voto, che può essere un primo passo per liberare il Paese dalla dipendenza delle fonti fossili e far crescere quelle rinnovabili. Gli interessi in gioco e le notizie da sfatare secondo Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente, intervista da cittanuova.it
Dal MASCI:
Referendum Trivelle, una geologa: ecco perché io non andrò a votare e se proprio fossi costretta, voterei NO
Di Redazione MeteoWeb – Michela Costa L’esperta spiega perché ha deciso di non andare a votare… “Mi rendo conto di quanto possa essere abbastanza facile restare impressionati da una campagna di Greenpeace che ci fa vedere le immagini del povero gabbiano tutto sudicio di petrolio che tenta disperatamente di aprire le ali” …. “Siamo disinformati e pronti ad abboccare a qualsiasi cosa, basta che sia green.” QUI L’ARTICOLO COMPLETO
La riflessione di Emilio Bracconi, adulto scout RIMINI UNO
Da quando ho raggiunto letà necessaria ho sempre esercitato il mio diritto di voto e lo farò anche in occasione del prossimo Referendum del 17 aprile 2016 ma al presidente del seggio dichiarerò di rifiutare la scheda chiedendo che ne venga presa nota a fianco del mio nominativo sulla lista degli elettori Rifiuta la scheda e nel verbale del seggio a cura del segretario con la seguente nota: Emilio Bracconi rifiuta la scheda perché il quesito sottoposto ai cittadini non consente di maturare un parere consapevole sia che si esprima per il SI che per il NO, Le norme vigenti lo consentono.infatti il quesito recita: Volete voi che sia abrogato lart. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dellart. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016), limitatamente alle seguenti parole: per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale?. Inoltre oltre le 12 miglia non avrebbe valore e le trivellazioni sarebbero sempre possibili con buona pace degli ambientalisti in servizio permanente effettivo con cervello scollegato. A mio parere sarebbe più opportuno che il nostro Paese si facesse promotore coinvolgendo tutti gli altri Paesi rivieraschi a disciplinare la protezione dell’Adriatico, più un Lago aperto che un mare da tutte le cause di inquinamento. Citandone solo alcune: gli scarichi dei fiumi, gli scarichi fognari, la pesca indiscriminata, il lavaggio delle petroliere, i rifiuti gettati in mare dai diportisti. Un particolare: una busta di plastica viene quasi sempre scambiata da un delfino per una seppia; il malcapitato pregustando il cibo non si accorge dellerrore e muore soffocato. Ambientalisti a 360 gradi non per ragioni para politiche come emergono, tra gli altri, dalla minoranza del PD di bersaniana e dalemiana memoria che vuol farla pagare a Matteo Renzi. Il 17 aprile 2016 le alternative serie sono: lastensione passiva, lastensione attiva come sopra descritto o il NO.
Emilio Bracconi
Spot No Triv Referendum 17 Aprile 2016. Ideato da BirdLand: Alberto Gatto, Frank Armocida, Vincenzo Oppedisano, Aldo Albanese, Giuseppe Cremona. Supporto tecnico Marco Nigro.
Con la partecipazione di Daniele Femia.