Progetto “La responsabilità sociale d’impresa per il bene comune”

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Sempre di più la valutazione dell’impatto sul bene comune delle politiche dei territori e di quelle delle aziende è fondata sull’utilizzo e sulla ponderazione di molti e diversi criteri. Tale ponderazione è spesso arbitraria, fondata su criteri statistici con pesi non del tutto trasparenti ed espliciti ai più. Si tratta di una questione non solo per gli addetti ai lavori, perché sulla base delle classifiche di benessere di territori e imprese che vengono prese le decisioni politiche più importanti e viene tracciata la rotta della società. Ma cosa sia il bene comune devono deciderlo i tecnici di un settore, deve essere la media di quello che pensa la gente o qualcos’altro ?
Il nostro lavoro consisterà in una riflessione su tali criteri che si concluderà con una classifica ed un’azione civica che porterà alla definizione della responsabilità sociale d’impresa per il bene comune.In un momento nel quale i livelli più alti di fiducia, per credenti e non credenti, sono identificati nel pensiero sociale della chiesa è importante offrire questo nostro contributo alla valutazione della società.
Tutto il percorso definito sarà un’importante occasione di riflessione e di dibattito (oltre che di azione pratica) sui temi del bene comune.
 
 
Ricordiamo i vari passaggi.
1. Messa online degli indicatori e la richiesta ai membri delle nostre associazioni di attribuire pesi ai diversi indicatori ed eventuali motivazioni. La media di queste valutazioni rappresenterà la scala di valori espressa dalla base associativa e sarà confrontata con analoghe scale di valori espresse da non credenti.
2. Effettuazione della stessa operazione di cui sopra da parte del panel degli esperti (uno per ciascuna nostra organizzazione). Gli esperti saranno chiamati a fare la loro valutazione prima e dopo la lettura della classifica della base associativa con le relative motivazioni.
3. Sulla base dei dati raccolti sviluppo delle classifiche e dei pesi finali confrontando diversi metodi e proponendoli alla validazione finale del panel degli esperti
4. Il tutto sarà oggetto di presentazione nel nostro appuntamento finale del 28 Maggio dove avremo anche l’azione del cash mob per premiare i migliori
 
E’ possibile compilare il questionario nel quale si possono stabilire, sulla base della propria personale valutazione, i pesi da attribuire a ciascun indicatore di responsabilità aziendale, tra quelli solitamente utilizzati dalle agenzie di rating sul sito http://www.vulcanica.net/demo/sitonext/project/reti-in-opera/
 
 
Il lavoro da fare è semplicissimo. Bisogna semplicemente aprire il link e formulare i nostri giudizi di valore su ciascun criterio (da 0=valore nullo a 100=valore massimo) lasciando, solo se si vuole, qualche commento a margine.
Il gruppo degli esperti, è composto da:
 
Franco Miano, Coordinatore Retinopera
Vincenzo Conso, Segretario Retinopera
Leonardo Becchetti, Rappresentante CVX –
Coordinatore progetto “Responsabilità d’impresa per il bene comune”
Giuseppe Notarstefano, Rappresentante ACI
Gianni Bottalico, Presidente ACLI
Matteo Spanò, Presidente AGESCI
Maria Pia Campanile Savatteri, Presidente CIF
Roberto Mancalvo, Presidente Coldiretti
Gardini Maurizio, Presidente Confcooperative
Stefano Gobbi, Rappresentante CSI
Loris Ascani, Rappresentante CTG
Gianfranco Cattai, Presidente FOCSIV
Don Adriano Vincenzi, Presidente Fondazione G. Toniolo
Marco Fornasiero, Presidente FUCI
Sonia Mondin, Presidente MASCI
Fausta Tinari, Rappresentante MCL
Salvatore Martinez, Presidente RNS
Adriano Roccucci, Rappresentante S. Egidio
Gennaro Iorio, Rappresentante Movimento dei Focolari
Alessandro Baccelli, Rappresentante Uneba
 

 

La responsabilità sociale chiama, i Cda rispondono 

ARTICOLO DI AVVENIRE –  Andrea Di Turi – 25 aprile 2016
Si chiama autoreferenzialità uno dei problemi e dei rischi maggiori che le imprese impegnate nella responsabilità sociale (csr) devono gestire. Significa che non si può decidere da soli quali sono le dimensioni, sociali, ambientali e di governance, su cui venire valutati e su cui rendicontare ad esempio nel bilancio sociale. Ma che, consapevoli del fatto che presidiare le innumerevoli dimensioni della csr è un compito a dir poco arduo anche per le grandi aziende, è opportuno confrontarsi con soggetti che guardano all’azienda dall’esterno.(QUI L’ARTICOLO COMPLETO)

 
 
 

Imprese nella «sfida» dei diritti umani

ARTICOLO DI AVVENIRE – Andrea Di Turi – 17 aprile 2016
 Quanto conta il rispetto dei diritti umani in un’attività d’impresa che voglia dirsi socialmente responsabile: è uno degli ambiti sui quali chiede un’opinione ai cittadini il progetto ‘Responsabilità d’impresa per il bene comune’ lanciato da Retinopera, la rete delle principali associazioni laiche cattoliche italiane. Che ha l’obiettivo di rendere più popolari fra il largo pubblico i temi della csr (corporate social responsibility). Anche per comprendere quali sono gli elementi ai quali i cittadini sono più sensibili quando valutano il grado di responsabilità di un’azienda. QUI L’ARTICOLO COMPLETO
 
 

 
PER SAPERNE DI PIU’ :
 
Responsabilità d’impresa: come si misura
ARTICOLO DI AVVENIRE – Andrea Di Turi – 21 marzo 2016
 
Chi stabilisce se un’azienda è più o meno etica, responsabile, sostenibile? Forse non potrà mai esserci una risposta univoca, data la complessità del tema, la dimensione soggettiva che vi è sottesa e la varietà di modelli, standard, classifiche, metodologie di valutazione che popolano il mondo della responsabilità sociale d’impresa o Csr. 

E allora ecco la proposta: “popolarizzare” la Csr. È l’idea alla base del progetto “Responsabilità d’impresa per il bene comune”, promosso da Retinopera, la rete delle principali associazioni laiche cattoliche italiane (fra cui anche le Acli, Azione Cattolica, Cvx). Popolarizzare in questo caso va letto nel senso di avvicinare le persone a questo tema, non proprio d’immediata e facile comprensione, attraverso un sondaggio, un vero e proprio voto popolare via internet QUI L’ARTICOLO COMPLETO

 

La responsabilità sociale delle imprese misurata dai cittadini

 
ARTICOLO DI VITA  – 

 – 05 febbraio 2016

 

 

Il progetto, che raccoglie le 20 principali organizzazioni cattoliche, attraverso un questionario online valuterà gli indicatori di Csr delle società di rating e produrrà una classifica delle aziende italiane più virtuose. «Un modo per popolare e democratizzare un tema che rimanendo per addetti ai lavori non sarà mai determinante», spiega il promotore Leonardo BecchettiIl progetto, che raccoglie le 20 principali organizzazioni cattoliche, attraverso un questionario online valuterà gli indicatori di Csr delle società di rating e produrrà una classifica delle aziende italiane più virtuose. «Un modo per popolare e democratizzare un tema che rimanendo per addetti ai lavori non sarà mai determinante», spiega il promotore Leonardo Becchetti QUI L’ARTICOLO COMPLETO