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POSITION PAPER BOSNIA
Sebbene messo a dura prova dalla drammatica diffusione della pandemia da Covid-19 a tutte le
latitudini, il nostro pianeta continua ad essere attraversato da una massa ingente di flussi migratori
sospinti dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla miseria e dalla mancanza di lavoro.
Secondo il Rapporto sulle migrazioni internazionali elaborato dalla Commissione sulla Popolazione
e lo Sviluppo del Dipartimento di Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, pubblicato a
gennaio 2021, la pandemia ha ridotto i flussi di quasi il 30% nel 2020 rispetto al 2019. Purtuttavia
l’Onu riferisce che ben 281 milioni di persone risiedevano a fine 2020 al difuori del proprio paese
di cittadinanza, e che solo nella prima metà dell’anno più di 80 milioni di persone erano state
costrette a fuggire dal proprio Paese.
Le destinazioni più ambite di chi si sposta per le drammatiche necessità di sopravvivenza sono
quelle dei paesi più sviluppati ed il maggior numero di migranti internazionali vive in Europa, per
un totale di 87 milioni.
Sebbene il fenomeno migratorio costituisca una costante nel panorama geopolitico del globo, e sia
anche al centro del dibattito socio-politico a livello mondiale ed europeo da molto tempo, siamo ben
lungi dall’aver costruito un insieme di obiettivi di riferimento strategico ed operativo che siano
rispettosi della dignità delle persone coinvolte ed attenti alle conseguenze di lungo termine delle
politiche che vengono attuate.
Sia l’opinione pubblica che le istituzioni con le loro politiche oscillano infatti da periodi e posizioni
di attenzione comprensiva e rispettosa nei confronti di chi emigra tra grandi sofferenze, offrendo la
propria vita e le proprie capacità e potenzialità e portando nuova linfa vitale nei paesi di
destinazione, a periodi e posizioni nel migliore dei casi di disattenzione.
Il che favorisce un clima di contrapposizioni e conflitti sterili se non dannosi, che nella maggior
parte dei casi impediscono la possibilità di ragionare in maniera equilibrata sulle opportunità che gli
spostamenti di popoli presentano, ma soprattutto rendono miopi se non ciechi rispetto alle
sofferenze ed ai drammi ed al mancato rispetto dei diritti umani di chi si sposta.
La situazione che nel quadro descritto si è venuta a creare negli ultimi anni rispetto ai due flussi
principali verso l’Europa, quello della cosiddetta rotta mediterranea, e quello della rotta medio-
orientale, ha toccato livelli di insostenibilità etica e politica molto elevati, con le migliaia di morti
affogati nel mare Mediterraneo, con le torture inflitte a chi arriva in Libia per tentare di attraversare
il mare, ed ora anche con i campi di raccolta per coloro che tentato la strada mediorientale, in
Turchia, Grecia e Bosnia.
Retinopera segue da tempo le vicende migratorie, soprattutto per quanto riguarda i processi di
inserimento e integrazione nel contesto italiano, e in particolare grazie all’opera prestata da molti
dei nostri associati in diversi contesti territoriali italiani ed internazionali. Attraverso le nostre
associazioni manteniamo viva l’attenzione per i vissuti delle diverse comunità di migranti qui da
noi, ma anche rispetto ai loro luoghi di provenienza ed alle catene migratorie di cui fanno parte sulle
diverse rotte.
Negli ultimi mesi non abbiamo potuto fare a meno di seguire con raccapriccio e trepidazione cosa
sta accadendo nei Balcani, dove più di 8 mila di migranti provenienti dall’Afghanistan, dal
Pakistan, dal Kurdistan e dal Bangladesh stazionano in condizioni disumane, in ricoveri fatiscenti e
addirittura all’addiaccio nei boschi. Altrettanti si dice si trovino e in condizioni analoghe in Serbia e
Macedonia. L’inverno ha reso la situazione ancora più tragica e non si conosce il numero esatto di
quanti, soprattutto anziani e bambini, hanno perso la vita per le terribili condizioni climatiche,
alimentari ed alloggiative, ma si tratta di quantità rilevanti.
Davvero insopportabile è anche la visione dei respingimenti violenti alla frontiera croata da parte
delle forze dell’ordine croate, che richiamano immagini tragicamente note del passato.
Profondamente toccate dalla situazione descritta, le associazioni che fanno capo a Retinopera
richiamano l’attenzione dei responsabili politici ed istituzionali, soprattutto europei ma non solo,
sulla insostenibilità morale e sociale del dramma dei Balcani, e ricordano in particolare i messaggi
del Magistero di Papa Francesco, che nell’ambito della Giornata Mondiale della Pace 2018, ha
indicato quattro parole d’ordine quanto mai attuali rispetto al tema delle migrazioni:
– accogliere, che significa anche ampliare le vie di ingresso legali, come i corridoi umanitari,
e smettere di rimandare migranti e rifugiati in nazioni dove affrontano persecuzione e
violenza;
– proteggere, perché abbiamo l’obbligo di “riconoscere e difendere l’inalienabile dignità di
quanti scappano da un pericolo reale”, specialmente quanti rischiano di trovarsi vittime della
tratta di esseri umani;
– promuovere, che significa aiutare lo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati, in
particolare “assicurando accesso a tutti i livelli di educazione per i bambini e i giovani”;
– e integrare, perché i migranti partecipino “pienamente alla vita della società”. E mette in
guardia rispetto ai rischi di una politica della fortezza, ed a quelli di una alimentazione
dell’odio nei confronti dei diversi.
In termini più generali, richiamiamo l’attenzione sulla necessità di portare avanti politiche che
mettano al centro delle strategie la dignità della persona e la giustizia sociale.
In particolare all’Europa chiediamo, come già espresso nel documento “L’Europa che vogliamo”, di
prestare l’attenzione necessaria alla dimensione umana e sociale del rapporto tra i popoli, ed ai
drammi di chi affida la propria vita ad una speranza riposta proprio nella nostra comunità europea.
L’attuale fase sociale e politica di consolidamento di tendenze nazionaliste, alimentate dai
sentimenti di rancore e di egoismo legati alla crisi pandemica ed economica ed alla confusione e
paura rispetto al futuro ed ai cambiamenti in corso, può essere affrontata adeguatamente solo
rilanciando con decisione i valori della solidarietà, della accoglienza e del rispetto dei diritti umani
di tutti gli esseri viventi. Raccomandiamo quindi alla società all’Europa che si rafforzi il Pilastro
Sociale dell’Unione, che vengano sostenuti i valori della solidarietà e del rispetto dei diritti umani, e
che si cerchino soluzioni condivise e sostenibili di protezione e salvezza per chi soffre e muore ai
confini della nostra Unione.
I firmatari della RETE: ACI Azione Cattolica Italiana – ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – AGESCI – Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – AIDU ASSOCIAZIONE ITALIANA DOCENTI UNIVERSITARI – C.d.O. Compagnia dello Opere – CIF Centro Italiano Femminile – Comunità di Sant’Egidio – CONFCOOPERATIVE – COLDIRETTI – Comunità Papa Giovanni XXIII – CSI Centro Sportivo Italiano – CTG Centro Turistico Giovanile – CVX Comunità di Vita Cristiana – FOCSIV Volontari nel mondo – FONDAZIONE G. TONIOLO – F.U.C.I. Federazione Universitaria Cattolica Italiana – ICRA International Catholic Rural Association – MASCI Movimento Adulto Scout Cattolico Italiano – MCL Movimento Cristiano Lavoratori – MOVIMENTO DEI FOCOLARI Opera di Maria – MRC Movimento Rinascita Cristiana – RNS Rinnovamento nello Spirito Santo – UNEBA Unione Nazionale Istituzioni ed Ass.za Sociale.